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[personal profile] hannyakoma
Prompt: COWT-verse

Word count: 2130
Rating: sfw
Fandom:
COWT-verse
Note:
 MOLTISSIME LIBERTA' NARRATIVE ED INTERPRETATIVE SONO STATE PRESE IN QUESTA STORIA. la direzione chiede scusa in anticipo per imprecisioni e simping.




ßąğğƑœƌƕ, la landa di ciò che è andato perduto, è una terra di cui non aveva mai sentito parlare prima, ma ciò difficilmente avrebbe rappresentato un ostacolo. Ha già provveduto a vendere la sua anima ad entità proveniente dall'Esterno in cambio di potere e conoscenza (grazie anche al fatto che la trama del Polyverso sia diventata un groviera e che, per questo, anche Altro oltre a quanto vi è sempre esistito abbia ora possibilità di penetrarvi), quindi il rischio di spappolarsi nel tessuto interdimensionale è il meno.

Senza contare che la situazione a Palazzo già è delicata, per non usare termini più schietti e decisamente meno civili, e l'agitazione percepita già dalle settimane appena passate non aiuta a mantenere la calma. Soprattutto, e scusate se è poco, se una persona che lei - come tante altre compagne - ammira è coinvolta e potenzialmente in periodo.

Non importa che nel frattempo siano cambiati status e ruoli, per gli uni e per gli altri: una volta Alianti si è Alianti per sempre, e di conseguenza - logica, emotiva, spirituale - la sua primaria fedeltà sta a Regis più che a chiunque altro nella linea delle Veggenti.

Il miracolo, comunque, avviene nuovamente - accade sempre più spesso, a quanto pare, perchè ricorda a malapena qualche anno prima di come la scorsa veggente non abbia subito ripercussioni dopo la nascita dei nuovi eredi, ma tant'è - e dopo aver riaperto gli occhi, in seguito all'essere sballonzolata fra la trama di una landa e l'altra e flussi di energia spazio-temporale, quello che si staglia di fronte ai suoi occhi è una terra fondamentalmente priva di gioia. Le ricorda una di quelle ambientazioni steampunk post-apocalittiche ed un po' teme per il suo ex-caposquadra, perchè il fatto che la magia l'abbia portata proprio lì può solo indicare il peggio - una punizione karmica, o uno scherzo del destino di dubbissimo gusto.

Tirando su con il naso - e starnutendo subito dopo con orrore, perchè la maledetta terra è piena di polveri che le irritano soltanto naso e gola e pelle, UGH deve trovare Regis al più presto - si mette in cammino, in direzione in cui percepisce la "presa" del collegamento con l'uomo. E' al tempo stesso una stranezza ed una certezza quasi scontata: l'aver lavorato con il capitano dell'Aliante in passato ha ovviamente formato un legame, forse sbilanciato perchè LO SA che l'affetto che lei prova per Regis non è ricambiato ai medesimi livelli, e quello stesso legame le sta facendo da guida adesso, per ritrovarlo.

Deve riuscirci, perchè ancora non ha sentito nè voci di corridoio nè conferme del limone che Regis e Calico si meritano, e che le sue compagne di disavventure alle dipendenze del sommo priore negli ultimi anni bramano.

... Ah. In effetti non ha avvisato che si sarebbe assentata a tempo potenzialmente indeterminato, ora che ci pensa. Poco male, è sicura che capiranno che si tratta di una causa di forza maggiore e che le daranno il loro benestare. Poco male, comunque: anche in caso contrario, non possono sicuro farla fuori in vendetta per essere partita da sola se nemmeno è certo che riuscirà a fare ritorno. Grasse risate, sì.

Tornando al presente, la magia che le fa da bussola continua a puntare verso quello che, una volta vicina a sufficienza, riconosce essere quello che resta del Palazzo delle veggenti - solo che, a differenza di quel che ricorda ancora chiaramente, non vi è la luce magica e piena di vita che v'è solitamente ma un vuoto che suscita persino in una viaggiatrice giovane come lei un senso di malinconia e dolore. Non ci si sofferma, comunque, perchè il suo obiettivo non sta entro quelle mura in rovina, ma da qualche parte più in là. 

Stringendosi nella mantella, la viaggiatrice si guarda attorno dal punto vantaggioso su cui si è fermata: distese di roccia e terra secca, arida ed impolverata, si allungano a perdita d'occhio attorno a quello che è il cuore del regno ed abbracciano le colline ove una volta esisteva solo vita fiorente ed una rigogliosa vegetazione. Osserva, studia, cerca.

Infine, trova.

Il cuore le sale in gola quando finalmente trova, nel mezzo di rovine e deserto, una figura familiare - ed il legame scatta in quel preciso momento, strappandole quasi il respiro, come a volerle dire che sì è in direzione giusta. Vorrebbe dire "un po' meno" a quella forza che la sta guidando, ma non ne ha il tempo nè così tanta volontà: si butta a perdifiato in una rincorsa che, con il senno di poi, potrebbe essere la scelta peggiore dall'inizio di quel viaggio, perchè quando riesce ad avvicinarsi abbastanza al caposquadra disperso ed al suo sconosciuto compagno di viaggio (così crede, almeno) non ha la forza di respirare, figurarsi di parlare.

Stramazza al suolo, provata da tante cose (le settimane passate, la stanchezza mentale, un po' di disperazione e non per ultimo il viaggio stesso), ed il rumore che fa nel cadere riesce ad attirare l'attenzione di Regis, sebbene stia a qualche metro di distanza. Annaspando - e sicuramente respirando altra polvere - UGH - e schifo, a malapena sente le mani di Regis poggiarsi sulle sue scapole nel tentativo di alzarla da terra, almeno per respirare meglio.

Non sa quanto ci vuole, ma aiutata da un'ondata di magia che riconosce, forse non è un lasso di tempo così importante alla fine.

"Gra-" Colpo di tosse, che tiene sotto controllo prima di soffocarsi di nuovo. "Grazie...! Per tutti gli dei, ho creduto di morire."

"Che ci fai qui? Come..." La voce di Regis suona comprensibilmente confusa, mentre le sta inginocchiato accanto. C'è però anche un non so che di speranzoso nel modo in cui sospira, lasciando la frase sospesa per qualche secondo. "Ti hanno mandato qui loro?"

La viaggiatrice non ha bisogno di chiedere a chi si riferisca. Quasi le dispiace infragere le sue aspettative così. "Non esattamente... Beh, diciamo che sicuro ti vorrebbero a casa con loro, ma non ho ancora capito se proveranno un altro salto o meno..."

La conoscenza garantitale non arriva a quel punto del futuro, ma poco importa. Finchè la trama spazio-tempo è praticamente spezzata, un'incertezza in più cosa vuoi che sia?

Si trattiene dal pronunciare quelle parole perchè sa che potrebbe causare un infarto a Regis, il che potrebbe completamente mandare a monte il suo piano e rendere quindi nullo tutto l'impegno messoci.

"E allora come? Come hai fatto ad arrivare fin qui?" chiede quindi Regis, quasi sgomento dalla confusione di quell'intera situazione. Un mago come lui, capace di grandi magie ed ancor più grandi imprese, sa per certo che quello che ha fatto l'ex Aliante ha fatto non sarebbe nemmeno immaginabile per qualcuno non baciato dalla magia, come la stirpe delle veggenti appunto.

La viaggiatrice suda un po' freddo, perchè sospetta che non potrà scamparsi la domanda facilmente. Nulla le vieta di deflettere, comunque.

"Ah, chi è il tuo amico qui?"

Un uomo che dovrebbe riconoscere, ma che esita a chiamare con un nome che forse non gli appartiene. La sensazione che ha nell'osservarlo, comunque, gli ricorda di un certo sommo priore che le ha indirettamente causato una mezza lavata di capo perchè i calici da collezione della famiglia reale non erano stati lucidati a dovere. Mortacci sua e del suo commento.

Regis esita, comunque, evidentemente diviso tra l'inseguire la precedente linea di discorso o concedere alla viaggiatrice un attimo di respiro, e saziare la sua curiosità.

Alla fine, vince la seconda opzione. "E' Calico, o meglio, il Calico di questa landa."

Calico, o Calico Alter nella sua mente, ha la brillante idea di scoccare un sorriso che ha un che di gelido, crudele, quasi fosse uno dei malvagi della Disney ma con più classe e stanchezza addosso.

C'è un rumore simile a quello di una paperella schiacciata, un fischio acuto che la viaggiatrice realizza solo dopo essere arrivato dalla sua gola.

'Buon dio' è l'unica cosa che le passa per la mente, lo sguardo fisso sul biondo per un'imbarazzante mezzo minuto di silenzio. Quando effettivamente sente di star perdendo i pochi neuroni che ha rimasti, e pure la scimmietta che vive rent-free nella sua testa per occupare lo spazio vuoto, prova a darsi un contegno e risponde, voltandosi verso Regis con voce tremante.

"Oh. Sicuro che vuoi tornare indietro? Cioè..." esita, lei, perchè capisce che la situazione non è adeguata al commento che sta per lasciare le sue labbra. "Scusa, Caposquadra. Però questo Calico è veramente..." E fa cenno di 'ok', unendo indice e pollice in un cerchio, accennando con il capo solennemente.

Il pover'uomo sembra sprofondare un po' di più nelle sue spalle, con un lungo sospiro, ed è quasi tentata di scusarsi per il suo commento. Per poco non si strozza con l'aria quando un attimo più tardi lo stregone risponde.

"Lo so, ma la priorità non è questa adesso."

L'ex Aliante urla nella sua stessa mente, ma mantiene un contegno quasi impeccabile all'esterno. Certo, sente il viso ed il petto ed il collo avvampare, perchè è davvero successo ed è davvero stata presente quando è successo come testimone indiscussa di quel commento, ma questo è un altro discorso.

"Ah-a, sì, cioè..." SAKJFNDJKVNDJKRG- "Comunque potrebbe esserci un modo per riportarti indietro. Al Palazzo d'Estate." Lancia un'occhiata di sbieco a Calico Alter, che pare provare un amareggiato divertimento - lo stesso di una persona stanca, provata, che si trova di fronte un uomo altrettanto stanco che cerca di dar supporto al nuovo giullare di corte dopo una palese figura di merda - di fronte alla scena.

Ancora ha quel sorrisetto da bello e dannato sulle labbra. Maledizione.

"Tornando a questo... Come sei riuscita ad arrivare qui da sola?"

Ovviamente, quella domanda non è una da cui può semplicemente scappare. Rassegnata al doversi mettere metaforicamente a nudo, propone di spostarsi dal mezzo del nulla in cui si trovano in un luogo almeno un po' più somigliante alla civiltà.

Calico Alter si offre come guida, essendo l'unico dei tre capace di navigare le rovine con cognizione. Solo una volta giunti nei pressi di quello che pare un accampamento di fortuna, sistemati ognuno ove e come meglio preferisce, la viaggiatrice inizia il suo racconto senza tralasciare dettaglio.


*


"Hai fatto che cosa?!" urla Regis al termine dello spiegone, in equal modo adirato e incredulo dalla rivelazione di un atto così palesemente stupido e rischioso da suonar quasi come una barzelletta. La viaggiatrice si chiude nelle sue stesse spalle, quasi fosse una bambina che il genitore sta sgridando.

"Ti rendi conto che la situazione è già abbastanza in bilico così, e che non c'era assolutamente bisogno di ulteriori complicazioni?! Un'entità al di fuori del Polyverso... Non hai pensato che un collegamento con una cosa simile potesse essere pericoloso?!"

Si sente quasi in colpa, al veder quella reazione. Avere a che fare con le incognite senza ragionare non ha mai un lieto fine, lo sa perchè l'ha visto e vissuto in prima persona, e Regis ha sempre fatto in modo di "proteggere" i suoi compagni dell'Aliante da quel genere di cose, guidandoli sulla retta via.

Peccato che alcuni dei suoi ex compagni abbiano una natura caotica, celata forse negli anni di fedele servizio.

"Sì, caposquadra, lo so." dice, omettendo il fatto che non gliene freghi un accidenti, a dirla tutta. Tanto il Polyverso è già in malora, cosa potrebbe mai andar peggio del rischio di una distruzione di massa? "Tuttavia... i miracoli accadono. Sono arrivata qui e ti ho trovato, ancora vivo soprattutto. Noi dell'Aliante siamo sempre uniti, come in cielo così sulla terra, e come tu sei disposto a sacrificarti per qualcuno, ricorda che qualcuno è disposto a sacrificarsi per te."

Quel mini monologo viene consegnato tutto d'un fiato, o quasi, senza dar tempo allo stregone di replicare. Di fatti, quelle parole sembrano lasciarlo più incredulo di quanto la rivelazione dello stato attuale del Polyverso e della situazione generale abbiano fatto - forse perchè non crede davvero ci sia una così facile vai di fuga dalla sua condanna, oppure perchè ormai ha perso la voglia di impegnarsi e combattere per qualcosa. Quasi fosse convinto che i suoi sforzi non siano abbastanza.

"Io... Io non... so che dire." mormora dopo un tempo non meglio definito, una mano che va a coprirgli la bocca mentre l'altra riposa sul suo ginocchio.

"Un grazie sarà sufficiente, Caposquadra." La viaggiatrice sorride, dandogli una lieve pacca sulla spalla prima di rimettersi cautamente in piedi sulle sue gambe. "Però se proprio vuoi farmi un piacere per ricambiare, quando tutto sarà finito, per favore, caccia un limone a Calico." 

In un momento di totale follia e sfacciataggine, lancia un'occhiata anche Calico Alter, che sta assistendo in silenzio dall'inizio di quello scambio. "... entrambi i Calico, se vuoi. Per sicurezza."

Il tono di quel commento riesce a strappare una mezza risata - affaticata, un po' tremolante, ma che suona a sufficienza sincera - allo stregone.

"Vedremo."

Fair enough. 

 

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