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[personal profile] hannyakoma
Prompt: Oscurità

Word count: 910
Rating: sfw
Fandom:
Black Clover
Note:
 Return to (Darnkess) Monke.




Il covo dei Toro Nero era sempre stato un luogo pieno di mistero, specialmente per i suoi occupanti. 

A volte, la base stessa tendeva a cambiare la sua forma, a spostare le stanze che ognuno occupava o anche solo a riassemblarsi dopo le abituali operazioni di distruzione che i membri della brigata causavano ogni giorno sin dal primo (ma sempre un po' di più, considerando l'arrivo di elementi come Magna e Luck, che erano prettamente incapaci di comunicare in maniera normale e risolvevano il problema, quindi, menando le mani - ed i loro grimori). Dopo le prime volte che ciò era accaduto, comunque, il gruppo (meno Yami, che sapeva la verità dietro quel mistero, e Nacht, che aveva un minimo di quoziente intellettivo per comprendere che si trattasse di una qualche forma di magia) aveva passivamente accettato la cosa come un risultato "naturale" delle loro azioni, una conseguenza del tutto da aspettare nel presente come in futuro.

Detto questo, già da qualche settimana quella parte, erano arrivate... strane voci alle orecchie di Yami.

La prima, onestamente, era arrivata da Vanessa ed il capitano aveva trovato la cosa sospetta: la strega, dopo tutto, aveva assunto la brutta abitudine di bere più di quanto il limite umano potesse sopportare e di inventarsi strane dicerie per i novellini che si univano alla squadra. Aveva capito poco, per le stesse ragioni, ma ciò che era arrivato come messaggio era l'assurdità di piatti da banda che suonano ad orari improponibili della notte.

La seconda, qualche tempo dopo, fu da Charmy che pianse ("pianse", cioè, si lamentò parecchio con quella strana espressione a metà tra il pianto ed il vendicativo) perché qualcosa, o qualcuno, aveva fatto invasione nella sua preziosissima cucina per sottrarre degli ingredienti. Yami, ancora una volta, pensava che si trattasse di una cantonata - perchè non era la prima volta che la maga finiva per avere attacchi di fame notturni, che terminavano con lei che si addormentava con la dispensa decimata e ricordi nulli dell'accaduto.

Dalla terza in poi (Magna che parlava di scimmie saltellanti, rapide come fulmini, e Gauche che aveva cominciato a "prendere provvedimenti" per proteggere le sue fotografie di Marie), il capitano aveva cominciato a sospettare che la sua brigata si fosse organizzata per fargli un enorme scherzo. L'alternativa era l'inquietante possibilità che ci fosse qualche strana entità a piede libero nelle mura della loro base operativa.

Per questa ragione, e per esasperazione da parte dei suoi idioti, Yami in persona aveva preso a controllare occasionalmente i corridoi, spesso e volentieri quando tutti erano già andati a dormire: alcune aree della base, quelle che restavano lontane dalle finestre ogni volta che Henry riarrangiava la base, restavano immerse nell'oscurità della notte. Corridoi, stanze inutilizzate (ancora inutilizzate), vicoli ciechi - Yami li controllò tutti, uno alla volta, per poter dire al resto della brigata quanto fossero dei marmocchi ancora per farsi prendere dall'immaginazione, soprattutto alla loro età registrata.

Aveva acceso la decima sigaretta della ronda da qualche secondo, quando all'improvviso uno strano rumore - passettini, tlack-tlack, accompagnati da un quasi meccanico ma ritmico sbattere di ferro contro ferro - cominciò a riecheggiare per l'area ancora disabitata. 

Un senso di inquietudine gli piovve addosso per un istante, anche se si trovava letteralmente nel suo elemento: aveva fatto di peggio, negli anni della sua gioventù, insieme al suo migliore amico ed aveva imparato che ombre ed oscurità erano sue alleate fidate più che degli infami avversari. Il ki di qualunque cosa si stesse avvicinando non pareva aggressiva o ostile, pure, ma una mano andò comunque a sfiorare l'elsa della katana: se fosse stato un essere o costrutto in grado di aggirare la sua percezione, così come aveva evitato di essere accuratamente visto dagli altri del Toro Nero... forse esercitare cauzione non avrebbe fatto male.

Tutta la tensione, che nemmeno s'era accorto di aver accumulato fino al momento, gli scese nel momento in cui il rumore arrivò praticamente ai suoi piedi e qualcosa gli toccò la punta dello stivale destro. In qualche modo abituato all'assenza quasi totale di luce, Yami riconobbe l'oggetto che tanto aveva disturbato la pace: un giocattolino per bambini, a forma di scimmietta, con due piatti che avrebbero fatto un casino infernale se non fosse stato per il frammento di stoffa bloccato tra essi.

Il capitano recuperò con sospetto l'oggettino dannato, estrasse il suddetto frammento di stoffa - pentendosene un istante dopo, perchè il maledetto cominciò a fare un rumore terribile, che riecheggiò nei corridoi vuoti. Nella distanza, sentì l'urlo di quello che immaginava essere Magna. 

La scimmia volò istantaneamente contro una parete, disintegrandosi a causa della forza con cui venne scagliata.

Tornato, spazientito, in un punto lievemente più illuminato per riuscire a capire cosa fosse quella stoffa, diede le spalle al corridoio ove aveva lasciato i resti del giocattolo demoniaco e disfò il bandolo che aveva ottenuto: un messaggio, a quanto pareva, da-

Yami si domandò, a volte, se fosse davvero lui il più infantile tra i due. Un dubbio lecito, considerando come Nacht avesse pianificato ed eseguito la sua vendetta in maniera esemplare, solo per quella volta in cui l'aveva chiamato "braccia smilze che nemmeno riuscirebbero a cacciare una scimmia", con così tanta pazienza che Yami stesso aveva scordato l'intera faccenda.

La scrittura del suo migliore amico, nero su ocra, leggeva un "piaciuta la caccia? :)" che riuscì a fargli salire l'irritazione alle stelle.

Gliel'avrebbe fatta pagare eccome.

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