hannyakoma: (Default)
ยป local cathusiast ([personal profile] hannyakoma) wrote2019-03-28 05:45 pm
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gemini [cowt | week 07 | M12]

Prompt: Segni zodiacali (Gemelli)
Word count: 520
Rating: sfw
Fandom: Originale
Note: //



 

Leonhart ed Yvan sono nati insieme, a pochi minuti di distanza. Hanno passato solamente qualche giorno fianco a fianco, un tempo così breve e così lontano da essere impossibile da ricordare, prima di venir separati per cause di forza maggiore.

Sono come due facce della stessa medaglia, parti della stessa anima, tuttavia destinati a non crescere nello stesso ambiente. Anzi, se non fosse stato per il ritorno di Krow e Leonhart in Germania, i due fratelli nemmeno si sarebbero mai incontrati, conosciuti.

Venticinque anni di separazione, di esperienze diverse, influiscono incredibilmente sulla crescita di due persone, questo è naturale.

Eppure, nel presente vivono nella stessa casa--una magione con fin troppe stanze per i suoi "pochi" abitanti, divenuta per uno un luogo di incubi che è meglio non ricordare e per l'altro un labirinto di corridoi sconosciuti. Ma non sta solamente lì la loro differenza, anzi. Laddove uno si presenta entusiasta e vitale, amichevole (se si ignora il suo essere talvolta imbarazzante) nei suoi tentativi di far conversazione per conoscere il fratello, quest'ultimo invece si presenta più con un silenzioso distacco e rispetto degli spazi altrui, abituato (e temprato) in tal senso da vent'anni di vita con un nonno alquanto affettuoso.

Ci sarebbe da passare del tempo per analizzare precisamente cos'ha portato i due a diventare così come sono, ma per ora basti dire che è quasi ironico che due persone così diverse si trovino a condividere le stesse origini--lo stesso sangue--e gli stessi tratti estetici. Salvo gli occhi, anch'essi di colori opposti gli uni agli altri, sono due gocce d'acqua.


*

«Perchè quel sorriso, Lia?»

La domanda proviene dal corridoio dietro di lei, da una voce ben nota. Xylia, poggiata a braccia conserte contro lo stipite della porta, non distoglie lo sguardo da ciò che ha catturato la sua attenzione. Gli occhi, di un verde tenue, rispecchiano quasi le sue emozioni--in momenti come quello non v'è necessità di nasconderli da osservatori indiscreti--e posseggono una scintilla di orgoglio che la donna che ha parlato non manca di notare.

Quest'ultima muove gli ultimi passi verso l'altra, potendo così sbirciare finalmente nel salotto principale. Quello che vede, in fondo, non la stupisce: su uno dei divani, appoggiati l'uno contro l'altro, due giovani dalle fattezze identiche siedono ad occhi chiusi; il respiro cadenzato, rilassato, è un ovvio segno del loro essere pacificamente addormentati.

In momenti come quello, la donna non può fare a meno di ringraziare chicchessia per poter vedere i suoi figli insieme ed in buoni rapporti.

«Oh, le tue bestioline fanno un pisolino insieme? Che carini.»

Un leggero buffetto con la mano, che va a colpire la spalla dell'altra, anticipa le parole della donna.

«Irina, smetteresti di riferirti ai miei figli come a dei cuccioli di qualsiasi animale?»

«Oh andiamo, li vedi anche tu come si comportano con Tatsuya. Sono due cagnolini che cercano le attenzioni del loro padrone, anche se Leon è più un incrocio tra cane e gatto.»

Xylia rotea gli occhi, non negando le parole della convivente e sbuffando con una mezza risata.

(e si trattiene dal commentare su come un po' tutti, nella loro famiglia, abbiano quel problema)


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