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pioggia [cowt12 | week 05 | m5]
Word count: 630
Rating: sfw
Fandom: Originale
Note: //
La pioggia, a Gealach, aveva sempre accompagnato i cittadini nelle loro giornate. Lo scrosciare costante dell'acqua, i rivoletti che si creavano sui tetti e lungo i viottoli deserti, le goccioline di condensa che si formavano sulle vetrate degli alti edifici, costruiti per una città sviluppata tremendamente in verticale - il quadro che tali immagini formavano suscitava un non so che di meraviglioso, ma anche malinconico negli occhi di chi osservava, fosse esso un locale o uno straniero.
Gli abitanti, ormai abituati all'ambiente, non parevano fare caso all'apparentemente costante cadere dell'acqua dal cielo (o quello che pareva essere un cielo, ma che era in realtà una volta perennemente coperta da un velo simil crepuscolo da cui venivano generate gocce di vita), accettando con estrema tranquillità il fatto che la loro città fosse immersa in luci artificialmente magiche e lanterne sparpagliate sotto portici, lampioni a lati di negozi ed abitazioni in egual modo, o dai focolari riflessi nei vetri delle finestre.
Gealach non aveva mai attirato l'attenzione di Shadow, perchè la rinomata Città dei Cristalli sotterranea aveva tutto meno che l'aria di un luogo ove trovare un'anima pura: voci, credenze, parlavano di un luogo triste e semi-abbandonato, in cui i pochi che ancora vi restavano ad abitare erano silenziose esistenze che camminavano così in balia degli acquazzoni, come sotto una lieve e piacevole pioviggine, con i loro cappelli-ombrelli che proteggevano almeno il capo e le spalle dall'acqua scrosciante. Non che la cosa sembrasse disturbare alcuno di loro: le voci parlavano di creature vuote, che non si curavano di ciò che le circondava ed anzi proseguivano quel gener edi vita con un'inerzia a malapena sufficiente.
Una manciata di fantasmi, quasi.
Shadow lasciò correre lo sguardo vacuo sulle linee della città, dalle pareti verticali, lungo i cornicioni dei tetti ed infine le guglie delle alte torri che andavano a sfiorare il soffitto dell'immensa grotta in cui si sviluppava la città. Il cavaliere solitario, Hakim, l'aveva indicata come prossima destinazione, tenendo la sua "missione" in considerazione.
Shadow ne aveva parlato con pochi altri - la nobile lady, Deive, residente nel cuore di Teare Blath, e l'anziano Liath della vecchia città di Lanach - ma solamente lui aveva fornito, tra la miriade di parole lanciate in sfida e con arroganza, un'indicazione attualmente utile - o così affermava, certo.
Il pensiero dell'uomo entrò ed uscì dalla sua mente con rapidità, riempiendo per un breve momento l'oscurità in cui riecheggiava una semplice voce, un ordine: Cerca l'anima più pura.
Una missione che suonava vuota alle orecchie, così come vuota era nella sua anima: poco e nulla ricordava, Shadow, tranne quelle parole che muovevano i suoi passi giorno dopo giorno. Non aveva importanza che si trattasse di dover attraversare corridoi verdeggianti, in cui si era sviluppata una vegetazione quasi senziente in grado - e con tutta intenzione - di divorare i disattenti viaggiatori che vi si addentravano; e nemmeno l'idea di mettere piede nelle terre dimenticate, appena al di fuori di Naohm, ove si diceva abitassero creature mostruose e pronte a far delle loro sfortunate prede un facile spuntino.
Nulla di tutto quello importava, nè tanto meno il gelo che le fredde gocce di pioggia portavano sulla pelle già pallida di Shadow. Forse avrebbe dovuto accettare l'offerta del giovinetto alle porte della grotta-città, di prendere a noleggio un copricapo per evitare di inzupparsi da capo a piedi. Per una questione di efficienza più che di comodità o bisogno: un po' di pioggia, onestamente, era l'ultima delle cose per cui avrebbe potuto provar preoccupazione.
Un pensiero sfuggente, come la goccia che scivolava via dalle ciocche pregne per schiantarsi al suolo. Un singolo suono perso nella miriade di centinaia, migliaia di altri suoi simili.
La sua avanzata riprese.